Storie
Il Grande Cambiamento
L'Economia del Turismo
I nuovi scenari nell'Era della Trasformazione digitale: news e update da fonti autorevoli
Il Turismo con tutte le imprese turistiche della sua estesa filiera é stato il primo settore economico colpito durissimamente ed immediatamente dagli effetti Covid 19. È e sarà così sia per i nuovi possibili focolai che per il riaccendersi dei precedenti. E non sappiamo dove colpiranno. Aiutare le imprese turistiche a non morire, per il bene del Paese. Che fare?
TUTTO SARÀ COME DOPO?!?
Se tutto tornerà come prima, allora non avremo capito niente
Sondaggi e previsioni sul Turismo dell'estate italiana imperversano. Una Caporetto.
Letture e dati diversi ma che alla fine convergono: sino ad ora é stata una Caporetto. Ma si continua a sperare nel parziale recupero.
La vacanza solitamente é la prima che ci va di mezzo quando arriva una crisi o anche solo si sta profilando a colpi di notizie negative sull'Economia. Si accorcia, si sceglie fra mare e montagna mentre magari prima si facevano entrambe, si limita ai ponti e qualche week-end..oppure vi si rinuncia del tutto.
È ora di guardare in faccia la realtà. Molte piccole imprese turistiche potrebbero sparire. Il Turismo di massa potrebbe essere ad una svolta epocale.
Letture e dati diversi ma che alla fine convergono: sino ad ora é stata una Caporetto. Si continua a sperare nel parziale recupero anche con un allungamento della stagione verso settembre ed ottobre. Ma l'Estate Turistica con i numeri in crescita dei precedenti anni per quest'anno é già finita.
Chiedere, ad esempio, agli amici operatori del Lago di Garda che si rincuorano solo nei fine settimana.
Thats' really it!
La vacanza solitamente é la prima che ci va di mezzo quando arriva una crisi o anche solo si stia profilando a colpi di notizie negative sull'Economia. Si accorcia, si sceglie fra mare e montagna mentre magari prima si facevano entrambe, si limita ai ponti e qualche week-end..oppure vi si rinuncia del tutto.
Insomma, non ci sono santi. E data la situazione oggettivamente disastrosa sarebbe più appropriato dire che non ci sono c..i: quando arriva la crisi dei consumi l'impresa turistica entra subito e pressoché per prima nell'occhio del ciclone. E se parte da una pandemia é devastante.
Perché il turista virtuale in videoconferenza e in smart working che spende nella Destinazione non é stato ancora inventato e la Destinazione non é una commodity trasportabile.
Sono drammaticamente banale nel dirlo vero?
Forse sì, ma non più di tanti consulenti vecchi e nuovi del Turismo che si affannano nel dispensare saggi consigli.
Giustamente; é il loro mestiere ed io quasi sempre ne rispetto la professionalità.. quasi.
Li seguo, ascolto i webinar dove sono continuamente chiamati al capezzale del Grande Malato. Ma ne ricavo sempre alla fine una netta impressione: qui brancoliamo tutti nel buio e viviamo alla giornata.
Non tanto perché i consigli ed i suggerimenti, le considerazioni e le constatazione siano o meno buoni, ma perché semplicemente non ci sono passate esperienze pandemiche globali come questa da cui trarre strategie certe capaci di rispondere alla crisi dei viaggi.
Una pandemia che si sta non solo prolungando nei Paesi che ne sono stati colpiti per primi - sia pur molto più sotto controllo ora - ma che si sta espandendo in tutto il mondo.
E con altrettanta banalità mi tocca dire che le riaperture dei confini seguite dalle "richiusure", quale economia colpiscono duro e per prima?
L'economia uristica e tutta la sua estesissima filiera, ovvio.
Post non post Covid eccessivo: é la fine del Turismo di massa?
Emerge chiaramente una domanda che circola ormai da tempo sui media. Media che sembra si siano accorti dell'enorme importanza dell'Economia Turistica. E l'interrogativo se il Turismo di massa sia ad una svolta gira parecchio. Anche perchè su di esso si basa ormai da decessi la filiera turistica.
La svolta é arrivata dallo scempio - per molti turisti con capacità di spesa modesta é stato un brindisi - che nuovi attori nel mondo dei vettori hanno provocato nelle tradizionali compagnie aree. Parlo ovviamente del fenomeno esplosivo mondiale del low cost.
Ora grandi e piccole compagnie sono alla frutta: tuti insieme tristemente. Persino la grande Lufthansa chiede aiuti di Stato per 9 miliardi di euro. Ad essa sono sicuro che sarano concessi perchè é una compagnia che ancora vale, forse.
Lasciamo perdere tutto ciò che riguarda la nostra Alitalia: é un caso da clinica psichiatrica.
Ecco quindi che c'è una risposta lapidaria buona anche per i futurologi più o meno improvvisati.
La fine del Turismo di massa? Nessuno lo sa. Nessuno può dire nulla di intelligente in questo momento di incertezza gravissima: la pandemia non è finita e nulla sappiamo del dopo pandemia se poi ci sarà.
Il vaccino che fa ripartire tutto viaggi vacanza compresi con la riapertura di tutte le frontiere nel mondo?
Una riflessione: Si sono spesi miliardi per trovarne uno per l'Aids. Dopo molti anni sappiamo che si cura, non che ci si immunizza. Il vaccino non c'è ma ci sono cure efficaci. Ci conviviamo, non se ne muore più come prima. Non trovo improbabile che possa accadere lo stesso per il Covid che in quanto a capacità di contagio é molto più "efficiente".
That's it!
Un nuovo trend che potrebbe divenire stabile. La casa vacanza.
Ma a parte i dati che non lasciano ben sperare se non un contenimento delle perdite, stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno turistico che potrebbe risultare alla fine duraturo: la casa vacanza (Airbnb lo traduce in italiano sempre con il termine alloggio).
Airbnb dopo una prima iniziale severa batosta potrebbe non solo riprendersi ma riaffermarsi come leader mondiale ed indiscusso - nonostante la concorrenza ci sia - dentro un trend stabile.
Spera persino nel nuovo fenomeno trendy nel mondo del lavoro, quello dello smart working. Per Airnbn la vacanza in smart working con famiglia appresso.
I lavoratori stagionali del Turismo. Non dimentichiamoci di loro
E per favore, quando parliamo di Turismo e la sua evoluzione non dimentichiamo mai la lezione che ci viene dai racconti della gente semplice che lavora nel turismo e che con il lavoro stagionale riesce a vivere dignitosamente.
Mi é capitato di leggere nei social la breve storia di una governante ai piani stagionale da anni sul Lago di Garda.
Nel suo toccante racconto parla della sua famiglia con bimbi piccoli, separata dal marito da cui riceve poco, serena e contenta del suo lavoro di nove mesi, di cui quest'anno ha ne già perso tre perchè l'albergo in cui lavora da anni é rimasto chiuso e dalla sua riapertura il proprietario annaspa con buoni solo i fine settimana. E la governante ai piani mamma vive le stesse preoccupazioni del suo datore di lavoro e talvolta si guardano costernati ed insieme guardano le stanze semivuote: si conoscono da anni, c'è un reciproco rispetto ed una recriprioca fiducia. E lei pensa intanto come arrivare a fine mese perchè le bollete incombono ed il lavoro a fine agosto, settembre se va bene, potrebbe cessare anticipatamente.
Missione impossibile da rendere possibile
C'è un missione impossibile da escogitare per tenere a galla le nostre imprese turistiche quando ci sono emergenze come l'attuale? Accettasi ricette, consigli, proposte di soluzioni. Perché gli aiuti di Stato - quando arrivano beninteso - non sono sostenibili a lungo.
Risultati impietosi di un sondaggio pubblicato dal Sole24 Ore: futuro nero per l'Economia Italia, vacanza degli italiani compresa
Per gli italiani e non solo loro, la vacanza é..era come lo smartphone: irrinunciabile.
Niente ferie per 6 italiani su 10. E un terzo finirà i risparmi entro agosto. Difficile ora raccontarlo con una fin troppo facile “smartphonica“ ironia a quei 6 che la vacanza la vedranno con il binocolo. Per loro, forse, qualche gita fuori porta.
I contraccolpi della crisi: il 58% rinuncerà alle ferie soprattutto per problemi economici. Il 37% del campione dichiara che la causa prima della rinuncia é la mancanza di soldi, il 29% per paura della pandemia. Mentre oltre il 60% é pessimista sulla situazione dell'Italia e si aspetta una forte crisi.
Il primo bollettino di guerra estivo. Giugno - 10 Ml di turisti in meno. Studio della Coldiretti
Impietoso il bilancio di Coldiretti su giugno, il mese che segna l'inizio della stagione turistica soprattutto per l'arrivo degli stranieri.
Complessivamente la perdita secca fra italiani e stranieri é di 10 milioni di turisti. 4 milioni di italiani (-54%) hanno rinunciato ad una vacanza, 6 milioni di turisti stranieri non "pervenuti". Se, come sottolinea Coldiretti, Paesi importanti per il nostro Turismo come Giappone, Cina, e Stati Uniti sono bloccati, i primi segnali di arrivi dai Paesi Ue - Germania e Paesi del Nord in testa - sono deboli.
Le speranze, grazie anche alle prossime ulteriori aperture dei confini, sono riposte nei prossimi mesi. Il buco nel nostro turismo, rappresentato dal blocco degli ingressi Usa - sono i turisti extra Ue più presenti - é pari a 12,4 milioni di pernottamenti per una spesa di 1,8 miliardi: dati Bankitalia del terzo trimestre 2019.
Comunque consoliamoci con i 34 milioni di italiani che andranno in vacanza, ma con un calo estivo del 13% rispetto allo scorso anno. L’Italia come meta di vacanza sarà scelta dal 93% degli italiani contro 86% dello scorso anno.
1 italiano su 4 (25%) sceglierà mete vicine, nella propria regione. Crescerà quindi quello che sta emergendo come il fenomeno post-pandemico (post per modo di dire) del turismo di prossimità: la mitica ed agognata spiaggia rimarrà in cima alle preferenze, ma cresce la voglia di tranquillità alla ricerca delle destinazioni minori e rurali. Come la riscoperta dei piccoli borghi. Le visite alle città d'arte sono segnalate in "crollo verticale".
Un fenomeno che era prevedibile esplodesse per quasi ovvii motivi é la vacanza in seconde case ed alloggi: di proprietà, di parenti e amici o affittate.
La Coldiretti ci ricorda che l'industria italiana della vacanza é una realtà fatta 612mila imprese con 2,7 milioni di lavoratori.
Sin troppo facile desumere quanto il colpo per la nostra economia turistica sia duro e come questo colpo si rifletta pesantemente nel crollo del nostro Pil.
Proprietari, amici, affittuari ecc.: tutti in fila in auto per raggiungere i 5,5 milioni di seconde case per l'agognata vacanza.
Tante sono quelle mappate dall’Agenzia delle Entrate nel suo ultimo ultimo rapporto sugli immobili in Italia segnalato dal IlSole24Ore: un'Italia delle seconde case insomma. Quasi un record a guardare il fenomeno anche oltre confine (ma non ho ancora trovato dati del tutto attendibili). Non ritengo sia tuttavia un record invidiabile.
Ci sarebbe da fare un discorso serio sul rapporto costi - consumo del territorio, servizi e mantenimento di infrastrutture sovradimensionati per le stagioni morte e appena sufficenti per l'alta stagione - e benefici reali e duraturi all'economia locale.
Come si trasformano i viaggiatori italiani: il Turismo di prossimità
TTG intervista Eleonora Lorenzini, direttrice Osservatorio Innovazione Digitale nel Turismo delPolitecnico di Milano. Una rassegna ragionata delle ricerche recenti condotte sui consumatori.
“Il turismo di prossimità condiziona inevitabilmente la scelta del mezzo di trasporto verso la destinazione. Basti pensare che il 78,3% degli intervistati - nell’indagine realizzata per Facile.it da mUp Research e Norstat -, pari a oltre 15,3 milioni di individui, utilizzerà l’automobile di proprietà; il 3,1% noleggerà la macchina e il 2,7% utilizzerà un camper o una roulotte. Solo il 12,4% dei nostri connazionali userà l’aereo, mentre l’11,1% si sposterà in treno“.
Casa o albergo?
Prima ancora della destinazione la decisione riguarda la sistemazione e qui prevale l'alloggio, conferma la direttrice dell'Osservatorio Lorenzini.
“Escludendo chi si recherà in una seconda casa di proprietà (il 20,4% di coloro che andranno in vacanza, equivalenti a quasi 4 milioni di italiani), il 22,1% (oltre 4,3 milioni di connazionali) ha comunque scelto di prendere in affitto una casa, il 27,4% soggiornerà in albergo, il 9,7% in un b&b e il 6,6% in un villaggio turistico. Il 2,7%, invece, ha scelto un campeggio o una vacanza in tenda e la stessa percentuale farà le ferie in camper o roulotte (secondo la ricerca realizzata per Facile.it)“.
Tutti in auto per raggiungere le mete di vacanza nel tempo del “Turismo di prossimità“. Ma 4 amici possono andarci insieme?!?
dalle FAQ sul sito del Governo
“È possibile l’utilizzo di automobili e altri mezzi di locomozione tra persone non conviventi, purché siano rispettate le stesse misure di precauzione previste per il trasporto non di linea: ossia con la presenza del solo guidatore nella parte anteriore della vettura e di due passeggeri al massimo per ciascuna ulteriore fila di sedili posteriori, con obbligo per tutti i passeggeri di indossare la mascherina“.
Non ho idera se e quanto le Forze dell'Ordine fermeranno e controlleranno soprattutto nei momenti di inevitabili lunghe code. E gli stranieri in arrivo?
A scanso di equivoci tipo multe sgradite - che poi la Bild Zeitung e company ci fanno un c..o così -, suggerirei alle Associazioni di Categorie Nazionali di concordare con le Istituzioni di posizionare gazebi infopoint frontalieri con tanto di distribuzione ai caselli di opuscoli illustrativi semplici e plurilngue.
Oltre ovviamente alle informazioni che spicchino in rilievo sulle homepage istituzionali, delle Dmo ect.
Sondaggismo Turismo Estate Italiana

Sfida albergo-casa

Qualche tempo fa Corriere Innovazione ha lanciato un confronto/sfida fra hotel e casa in affitto: “Chi vince tra igiene, rimborsi e distanziamento?“
Quasi idealmente Airbnb risponde con il suo Centro delle Risorse che è un vero punto di riferimento per gli host, ma anche per i clienti che possono verificare i protocolli e le raccomandazioni attraverso una serie di articoli che Airbnb ha studiato per supportare entrambi in questo momento problematico.
Vediamo secondo Corriere Innovazione come i due “concorrenti” albergo-casa se la cavano. Io ne ho fatto un’estrema sintesi.
Termini, condizioni e rimborsi
Secondo Corriere Innovazione incidono molto le generose politiche di cancellazione degli hotel e quelle dei rimborsi in cui soprattutto le catene alberghiere si sono attrezzate.
Nonostante piattaforme di riferimento indiscusso come Airbnb forniscano un filtro di ricerca per trovare gli host più flessibili, “sul fronte delle condizioni contrattuali e dei rimborsi vince sicuramente l’hotel”.
Il caso dell’igiene
Come era immaginabile l’hotel resta ancora in vantaggio.
Distanziamento sociale
Qui c’è poco da discutere. Oggettivamente vince la casa in affitto.
Servizi e privacy
“Il settore delle case vacanza si sta posizionando come un social distance-friendly e molti affittuari non incontrano nemmeno il proprietario. Negli hotel, soprattutto in quelli di lusso, per garantire il distanziamento sono state eliminati alcuni servizi,…In certi casi i robot stanno dando una mano: ci sono dei terminal nelle hall in cui poter fare il check-in, capaci di erogare poi una chiave magnetica, e altri adibiti al trasporto bagagli”.
Ho riportato un estratto di questo capitolo perché qui ci vedo la vera sfida per gli alberghi rispetto alla vacanza in casa.
Vada con sti robot! per la clientela business negli alberghi di città, ma il contatto umano con il personale e – nelle gestioni familiari – soprattutto con la famiglia proprietaria è una condizione imprescindibile. Anche se siamo nell’Era della Trasformazione Digitale.
Quello che farà la differenza sarà la creatività italiana dentro le regole del distanziamento per trovare formule che mettano a loro agio tutti: dipendenti, camerieri, receptionist e company, insieme ai clienti-ospiti ovviamente.
Tra i due litiganti…
Infine l’ipotesi suggestiva di Corriere Innovazione: se fra i due concorrenti vincesse la formula aparthotel? Lascio a voi approfondire le motivazione di questa ipotesi ma io propendo piuttosto a tirare un'altra conclusione.
- Covid 19 realtà: grande incertezza, non é finita. Qua e là scoppiano e “riscoppiano“ focolai. Alcuni anche perché li importiamo.
- Questa incertezza e le previsioni degli esperti (ognuno si scelga quelli che vuole ma la sostanza alla fine non cambia) mi fanno piuttosto pensare una sola cosa: la nostra società, il nostro Turismo sono già entrati nella nuova era e ci dobbiamo vivere dentro trovando la cosiddetta nuova normalità, termine che peraltro mi sembra assai inquietante.
- Le imprese turistiche ed in particolare quelle alberghiere, gli esercizi commerciali, i gestori balneari ecc. hanno più difficoltà ad adattarsi alle regole igieniche e del distanziamento, ma é così anche per i clienti.
La loro sfida imprenditoriale é la comunicazione - corretta ed al contempo rassicurante - e la trasmissione di una nuova rinnovata capacità nelle relazioni umane. Queste ultime faranno la differenza soprattutto nel supportare le modalità in cui sapranno proporre con grande "leggerezza" il rispetto delle nuove regole di distanziamento e le inevitabili limitazioni ai servizi offerti. Ed in quelle limitazioni la sfida sarà anche quella di studiare e formare le proprie risorse umane per proporre uno elevato innalzamento della loro qualità.
Partiamo tutti da una regola basilare per fare comunicazione e marketing turistico
Siamo inondanti da una comunicazione che sa di oscurantismo e genera inquietudine ben distribuiti in tutti i target consumatori, figurarsi il turista: distanziamento sociale.
Anch'io la ho usato ma rigorosamente per citarne letteralmente quella riportata dalla fonte quando necessario. Io mi osterò a chiamarlo distanziamento fisico perché é orribile e disumano continuare a chiamarlo sociale e fanculo tutti i media che ne fanno un termine virale che aiuta solo a gettare la nostra società in un nuovo buio: la nuova normalità del buio.
Ed un giorno sul lessico “castrofal-sociale“ riprenderò il ragionamento nel nuovo Design della Comunicazione.
Approfondimenti sulla sfida albergo-casa: Corriere Innovazione
Strano mondo turistico nell'era Airbnb
Strano mondo quello pandemico e post-pandemico turistico (post si fa per dire visti i nuovi focolai ed i passati che ritornano). Nel pieno della crisi Covid, Airbnb attua massicci licenziamenti, le stime del Financial Times portano il suo valore da 35 a 26 miliardi di dollari e il colosso digitale ricorre a nuovi investitori che apportano capitali freschi per 1 miliardo di dollari.
Ma quel che più colpisce - e non sono finite le sorprese - é l'ammissione dell'AD di Airbnb Brian Chesky nell'intervista rilasciata a Bloomberg, e riguardo le indigeste acquisizioni non in linea con il proprio core business. Secondo Bloomberg «L'incertezza ha anche portato Chesky a concentrarsi nuovamente sul core business di Airbnb. La crisi del coronavirus ha messo a nudo l'aggressiva strategia di espansione di Airbnb: diversificare le sue attività investendo in hotel, viaggi di lusso e trasporti... »
«Ci siamo allontanati dalle nostre radici» ha detto Cheskey che ha inoltre dichiarato: «Quando hai davvero successo, tendi a pensare di poter fare tutto allo stesso tempo..Ho provato a fare, probabilmente, troppe cose contemporaneamente». E questo lo ha capito chiaramente solo quando la crisi ha colpito.
Bè, onore alle armi per l'ammissione. E forse un sospiro di sollievo per i veri albergatori, catene comprese, che stavano subendo una vera e propria invasione di campo. Una china che rischiava di divenire presto una sorta di posizione dominante di mercato.
Ma ecco come Airbnb probabilmente risorgerà grazie alle preferenze per le vacanze negli alloggi
Bluepillow, un aggregatore dei principali portali di e-travel (fra cui Booking.com, Airbnb, Expedia e Home to Go) offre oltre 10.000 case ed ha quindi un punto di osservazione privilegiato di analisi sulle ricerche in Rete dei vacanzieri: ne individua le tendenze e quindi i possibili comportamenti predittivi.
Intervistato dal Sole24Ore, il suo fondatore Manuel Mandelli ha fornito dati previsionali molto interessanti. Ma come sempre ci tengo a ricordare, le previsioni sono solo..previsioni. I consuntivi sono sempre..consuntivi.
Mete e tipologia della vacanza preferite, periodi individuati? Trentino e Romagna, vacanza in soluzione casa la più richiesta, nel periodo luglio-ottobre (e quest'ultimo mese potrebbe essere una novità di tendenza futura);
Oltre il 50% degli italiani pensa ad una vacanza nei prossimi 6 mesi e di loro l'89% preferisce restare in Italia. Il 60% vuole sicurezza e tutela per la propria salute;
Destinazioni come il Trentino (sì sono trentino) che si stanno attrezzando al meglio per la ricettività turistica nel post coronavirus, “sono percepite come sicure e con servizi di alto livello“. La Romagna é scelta “perché storicamente reattiva e flessibile e molto orientata alla soddisfazione del cliente”.
Ed ecco come Airbnb aiuta e supporta host e clienti per una vacanza sicura, ma non solo

Il Centro Risorse Airbnb mette a disposizione sia di host che di ospiti una serie di informazioni, suggerimenti, protocolli da adottare per garantire la maggiore sicurezza possibile.
Scopriamo così numerosi dettagliati articoli, utili sia per la gestione che per gli ospiti desiderosi di conoscere come comportarsi e come si devono comportare idealmente gli host.
Qualche esempio:
Airbnb e le DMO nel tempo del Covid
Airbnb ha lanciato un’iniziativa chiamata Go Near (il nostro casereccio Turismo di Prossimità insomma) per sostenere le economie locali prendendo lo slancio dai dati che ha raccolto, tutti nella direzione della vacanza interna e di prossimità: secondo Airbnb oltre l’80% degli italiani che andranno in vacanza la trascorreranno entro i confini nazionali.
Il dato trovava ancora in giugno conferma anche nelle tendenze americane. Ora però gli Usa stanno facendo i conti con la loro mala gestione del Covid19 e non so proprio come i suoi turisti organizzeranno la vacanza in serenità. Ma essendo americani forse hanno un senso delle cose diverso.
Una cosa molto interessante è che Airbnb sta collaborando anche con le Dmo per distribuire informazioni non solo ai viaggiatori ma anche suggerimenti per le comunità locali affinché possano sfruttare al meglio la tendenza della vacanza domestica.
Un esempio la campagna di marketing in collaborazione con la U.S. National Park Foundation per promuovere i parchi nelle destinazioni meno famose.
Poi la collaborazione si è dispiegata un po' in tutto il mondo con molte DMO come partner: Visit Florida, Dubai, Dipartimenti Locali Turismo in Cina, VisitDenmark, Stati Uniti, Puerto Rico, Stati Uniti, Associazioni rurali della Francia, Association of Rural Mayors, Lo stato del San Paolo in Brasile. La lista si sta peraltro allungando.
È stata inoltre creata una pagina web dedicata per DMO e altre organizzazioni che cercano di collaborare con il mercato degli alloggi online.
La strategia di Airbnb per rispondere all'emergenza Covid pone un interrogativo
Appare chiaro che Airbnb si è data un gran da fare per supportare tutto il “supportabile“: Dmo, Stati, Governi Locali, host, clienti.
Se le azioni intraprese saranno efficaci non lo so. Ma di una cosa sono certo.
Aibnb ha agito come un Brand che sa interpretare quello che i suoi clienti pretendono ormai da un Brand. E lo stesso accade nel rapporto fra consumatori e grandi e piccole marche: identificarsi con i valori dei propri clienti ed agire in conseguenza e soprattutto con coerenza.
Riuscirà a fare lo stesso il mondo alberghiero? Le grandi compagnie ci stanno provando. Le conduzioni famigliari dei piccoli hotel ci provano come possono e anche lodevolmente.
La sfida é aperta.
Approfondimenti su: Phocuswire
L'era del Turismo in alloggi e case vacanze?

Proposte, idee, riproposte-solfa, ricette arrostite su un tema ed una parola d'ordine cari al Turismo

Dopo molti anni trascorsi in società pubbliche e private fra servizi, investimenti ed attività diverse nel turismo, parole nuove vò cercando per questa antica sentenza che m'assilla e del continuo m'abbrustola la meninge: «Destagionalizziagite» .
Mi faccio una rubrica fissa per raccogliere idee sulla destagionalizzazione
Oddio, ammetto: difficile farla funzionare sta parola astrusa, anche perché difficile da pronunciare, in memoria dell'antico oscurantistico Penitenziàgite! (Grazie Umberto, sempre grande il tuo ricordo).
Ma io non sono sicuro che l'antico richiamo al pentimento sia poi tanto più antico della parolaccia Destagionalizzare.
Sfida ai manger delle Dmo: destagionalizzate i paesi..delle case chiuse
Gran parte della mia vita professionale l'ho trascorsa dirigendo imprese pubbliche e private nei Servizi e nel Turismo e come "periodica ricorrente costante" mi sono trovato a dibattere con azionisti, operatori, stakeholder del Territorio e collaboratori interni sulla #destagionalizzazione.
Credo si possa immaginare il diluvio di ricette che ho raccolto in tantissimi confronti sul tema. Cosa ho imparato? Molto..e niente. Teniamo fuori le città ed i centri minori turistici ma comunque densamente abitati da residenti, dove la vita scorre "viva" tutto l'anno. Teniamo fuori ovviamente le città d'arte e/o quelle dove regna il business fieristico e commerciale.
Ora provateci voi a visitare fuori stagione - e lo avrete fatto - una destinazione di media montagna e ancor più di alta montagna, o farvi un giro sulle coste bellissime del Sud Italia. Io l'ho fatto molte volte anche perché mi piacciono il silenzio e la pace del "fuori stagione".
Parlo sempre di località - non città o borghi vissuti che vivono di loro - dove la popolazione residente é relativamente scarsa rispetto alla densità di seconde case. Che sono talvolta concentrate in aree fuori dai nuclei storici, quasi a costituire sobborghi di residenze stagionali.
Ora provate ad immaginare cosa fareste voi se foste chiamati come destination manager e vi dicessero: la tua missione é..destagionalizza! Vi guardate intorno e vedete paesi spopolati, coste deserte e purtroppo spesso abbandonate dove regna la sporcizia e la mancanza di cura tipica del "fuori stagione". E soprattutto la terrificante sequela di seconde case chiuse, tanto da poter ribattezzare molte località di mare e di montagna "il paese delle case chiuse..".
Girovagando fra località turistiche di questo tipo fra monti e mare - sono moltissime - mi sono inventato il gioco delle case chiuse: passeggiare fra enclavi edilizie vacanziere marine e/o di montagna e fare la conta fra quelle decisamente chiuse e quelle che mostrano timidi segni di essere frequentate.
E traendone la media ponderata dalla conta con una mia personale filastrocca. Risultato?
«Questa decisamente chiusa, questa chiusa, chiusa..., questa aperta!. Quattro passi e poi..chiusa, chiusa, chiusa, chiusa,... aperta!
Ovviamente questo modo di fare ricerche e statistiche farà sorridere sprezzantemente gli esperti sociologhi e statistici. Ma rappresenta un modo forse farsesco ma a mio parere drammaticamente esemplificativo di una situazione diffusamente sparsa per l'Italia.
Ora, aggiungiamoci le montagne appenniniche che soffrono forse più delle Alpi dello spopolamento permanente e che non hanno a che fare per niente o quasi col turismo.
Ecco..ci vorrebbe proprio una visione, un progetto sostenibile per trovare il modo di sfruttare meglio questo immenso patrimonio immobiliare che troppo spesso ha inciso pesantemente sul territorio. Una missione improba; un pò meno se non la si pensasse solo in termini turistici conditi magari con il solito noioso “mantra destagionalizzante“. Magari anche in termini più, diciamo, residenziali/stanziali.
Qualche idea io l'avrei, ad iniziare dalle potenzialità dello Smart Working, quello vero, dalla spinta alle infrastrutture digitale di reti, da agevolazioni fiscali di scopo ai proprietari di case chiuse per gran parte dell'anno. Al riutilizzo intelligente dei troppi alberghi che hanno chiuso bottega e che stanno divenendo catapecchie.
Sono il primo a riconoscere che per una missione impossibile del genere siano indispensabili seri piani di marketing territoriale.
Già, ma ad una condizione: che poi tali piani, anche per preservare la tradizione italica, vadano rigorosamente chiusi nei cassetti delle Amministrazioni e degli enti locali pubblici e organizzazioni private che hanno pagato il "consulente risolvi tutto" del caso.
Siiii, sono fra quelli che fanno questo tipo di consulenza, ma a modo mio e qui non mi dilungo.
Ecco che allora vanno ricercate le condizioni preliminari per modalità e strategie con piani di marketing territoriale anti-cassetto ammuffente!
Ci ritornerò.
Turismo, sir Rocco Forte “spinge” la Sicilia con una parola d'ordine: «Destagionalizzazione». Però ci sono spunti interessanti..
«Sì, molto importante è anche la destagionalizzazione. Va tenuto in mente che il 70% del fatturato turistico Italiano viene prodotto nei 4 mesi estivi, provocando una concentrazione di presenze, l’aumento dei prezzi e a volte l’abbassamento della qualità.
Gli investimenti turistici in Italia devono poter rendere al massimo con una stagione più lunga, anche per via del clima in alcune regioni, come la Sicilia, che potrebbe arrivare addirittura a 10 mesi.
Occorre, quindi, mettere subito in atto una serie di misure per prolungare la stagionalità, creando incentivi fiscali per le aziende turistiche che operano nelle basse stagioni, incentivando un nuovo sistema di ferie per gli Italiani, e migliorando, per esempio, il turismo sportivo e di benessere, così da essere sfruttato durante le medie e basse stagioni e in alcuni casi anche tutto l’anno».
Mi soffermo solo sulla proposta di un nuovo sistema di ferie per gli italiani.
Un esempio importante lo abbiamo dalla Germania, ma non é la sola fra i Paesi a Nord. I suoi Länder (sono di fatto stati federali che godono di grande autonomia rispetto a Berlino) hanno ferie scolastiche differenziate e quindi le famiglie si regolano di conseguenza per pianificare le vacanze in periodi non troppo coincidenti fra Sud, Centro, Nord della Germania.
Peccato che loro facciano più figli e quindi la differenziazioni dei calendari vacanza serve effettivamente a non avere tutti in autostrada nello stesso momento.
Noi andrà a finire che potremo differenziare solo i calendari scolastici degli insegnanti e dei bidelli.
E chiudendo così, chiedo scusa ai bidelli e già che ci siamo anche agli spazzini.
(Sì, mi piace ancora chiamarli affettuosamente così ricordandomi che ancora giovanissimo ho fatto l'operaio e non ho nessun motivo per vergognarmene né di definirmi in altra maniera: i bidelli sono ora collaboratori scolastici, gli spazzini operatori ecologici, gli operai però sono ancora chiamati tali tutto sommato).
Antica Parola d'Ordine: Destagionalizzare
Disclaimer o se preferite un mio NB.
Riprendendo contenuti dalle fonti ricorrenti ed autorevoli che da tempo fanno parte del mio corposo portafoglio delle risorse, mi sento libero di dare una mia interpretazione alla notizia o informazione selezionata - anche nella traduzione se da fonte straniera - nel rispetto dello spirito degli autori e della fedeltà delle citazioni sempre virgolettate.
Altrimenti che ci starei a fare io con il mio sito? Solo per riportare quello che pensano gli esperti? La mia passione - utile anche per il mio lavoro di consulenze strategiche - è di selezionare ed offrirvi contenuti di qualità districandomi "manualmente" nell'enorme mole di informazioni che gestisco quotidianamente. E così cerco di dare il mio valore aggiunto nei commenti e nelle riflessioni che condivido con voi secondo la sensibilità e la cultura maturate in molti anni di direzione d'impresa.